Parole, quelle del difensore rossonero, che hanno riflettere. Perché la squadra non segue Giampaolo?
Milan-Fiorentina ha evidenziato ancora una volta i limiti – caratteriali e tecnici – della squadra di Marco Giampaolo, che adesso rischia l’esonero nonostante le parole di fiducia esternate da Paolo Maldini al termine del match. Nel dopo-gara di San Siro, Alessio Romagnoli ha rilasciato alcune dichiarazioni piuttosto significative in mix zone.
“In questi casi c’è poco da dire – ha affermato il capitano milanista – l’unica cosa che serve è stare insieme per risolvere i problemi. Dobbiamo migliorare, questo è chiaro, ma il gruppo non deve mollare mai. Oggi non siamo stati squadra, sembrava che ognuno giocasse per i cavoli suoi e alla prima difficoltà ci siamo disuniti. Non so perché, ne parleremo in settimana”.
“La colpa è solo nostra – ha aggiunto il difensore – e ci assumiamo tutte le responsabilità. Giampaolo? Siamo con il mister fino alla morte, dobbiamo lavorare in silenzio e fare squadra tutti insieme”. Alla vigilia della sfida con la Fiorentina, il tecnico aveva dichiarato di sentire sua la squadra. Ma il campo ha dato un verdetto inequivocabile.
Milan, Romagnoli: “Con Giampaolo fino alla morte”
Sicuri che lo spogliatoio sia realmente dalla parte dell’allenatore? Le parole di Alessio Romagnoli sgombrerebbero il campo da ogni dubbio, ma le performance offerte in questo inizio di campionato dicono tutt’altro (quattro sconfitte in sei gare). Il Milan è in una situazione complicatissima. I vertici di via Aldo Rossi potrebbero concedere un’ultima chance all’attuale allenatore, oppure chiudere subito il rapporto nella speranza che un cambio in panchina possa salvare la stagione.
Sono ore di intensa riflessione. Una decisione potrebbe arrivare a stretto giro di posta. Perché la sfida di sabato sul campo del Genoa non è lontana. Oggi la squadra ha riposto, ma da domani si ritroverà a Milanello. Ok, ma con quale mister?
Le immagini di Milan-Fiorentina 1-3: